Quest' anno, noi alunni della classe 1^ I, abbiamo intrapreso un viaggio alla scoperta del nostro territorio accompagnati dalla professoressa Rosa Maria Mastroianni che ci ha supportato per tutto l'anno e con la meravigliosa partecipazione di una vera e propria "esperta del territorio”: la professoressa Ines Ferrante.
Inizialmente, ci siamo dedicati alla lettura del libro "Le leggende popolari del Pollino" scritto dalla prof. Ines Ferrante. In esso sono contenute leggende che narrano di tesori nascosti, luoghi misteriosi, lugubri fantasmi, coraggiosi eroi e non solo. Esse sono state trascritte grazie alla tradizione orale del popolo castrovillarese e del Pollino, che per fortuna si è mantenuta nel corso del tempo e speriamo che si possa mantenere anche in futuro grazie al nostro contributo.
Successivamente, il 17 gennaio abbiamo incontrato l’insegnante Ines Ferrante, nonché autrice del libro, avendo l'occasione di "scambiare due parole" sul libro letto e porgerle alcune domande.
Pensate, un nostro compagno ha addirittura portato la"surigghia a duje cude" la vera e propria protagonista di una leggenda di cui si pensava portasse fortuna!
Giorno 30 maggio, abbiamo finalmente soddisfatto il nostro desiderio di andare alla scoperta dell'antico centro storico di Castrovillari detto "Civita". Così, al mattino, con lo zainetto sulle spalle, acqua in mano e cappellino ci siamo diretti verso il Palazzo Cappelli accompagnati dalla "pizzicante" luce del sole e con la compagnia del nostro fantastico e speciale amico Teo e l’immancabile professor Gerfoglio Iuliano. Poi, rinfrescati dall'ombra del palazzo, abbiamo aspettato l'arrivo della prof.ssa Ines Ferrante, mangiando colorati e gustosi orsetti gommosi. Dopo aver aspettato qualche minuto, la professoressa è arrivata con tanta euforia e voglia di trasmetterci i suoi “saperi” munita di un piccolo microfono che assicurava una perfetta diffusione del suono.
La professoressa, come prima cosa, ci ha raccontato la storia del Palazzo Cappelli, che nel 1700 è stato la sede di un agente feudale, chiamato Domenico Cappelli, che era in contrasto con la casa dei Baratta e contro gli stessi castrovillaresi, che poi lo uccisero. Successivamente, abbiamo percorso” l’antico vicolo che nessuno osava attraversare” a causa dei malviventi che vi abitavano. Qui ci ha raccontato due leggende, tra cui “una macabra tarantella”, di cui non vogliamo svelare niente, per suscitare maggiormente la vostra curiosità.
L’altra leggenda “inedita” è quella “dell’oro e dell’aceto”, che vi racconteremo brevemente: “C’era una volta un uomo di nome Mastru Nicola che possedeva un magazzino (una grotta) che egli usava per vendere l’aceto di sua produzione. Si diceva che sotto il suo magazzino si trovasse un ricchissimo tesoro da far invidia ai gioielli della corona di un re o di una regina, però, per impossessarsene bisognava essere da soli e in silenzio di notte, più precisamente a mezzanotte. Così il proprietario, una notte, tentò l’impresa. Egli, però, nel momento decisivo, venne disturbato da tre persone che bussavano insistentemente alla porta di ferro chiedendo dell’aceto. L’uomo, all’ultima bussata di porta, si arrabbiò così tanto da dire: “Va fanculu vui e l’acitu!”. E fu così che l’uomo si lasciò ingannare dai “bussatori” spiriti maligni e il tesoro non venne mai più trovato…
Poi ci siamo diretti verso il vecchio confine dell'antica città di Castrovillari, la fontana di San Giuseppe, le cui fontane presentano maschere apotropaiche, termine che significa "per allontanare gli spiriti maligni"...dei veri mostri!
A questo punto, attraversando un ponte che era una volta levatoio, siamo entrati nel cuore della " vera" Castrovillari.
L’attrazione principale della nostra uscita è stata il Castello Aragonese, all’epoca considerata la prigione più temuta del Sud Italia…brr...aiuto!
Il Castello è stato una prigione dal 1500 al 1996, ospitando gli uomini più temuti della regione. Inoltre, oltre a presentare tre torri aragonesi, tra cui la temutissima Torre Infame, presenta anche una torre normanna diversa dalle altre, per un piccolo particolare che potrete trovare osservandola attentamente…
Un nostro compagno inoltre, ha avuto l’onore di aprire il castello.
Successivamente, siamo andati nei sotterranei dove vi erano ancora i resti degli uomini prigionieri e, sbucando vicino le antiche celle, abbiamo notato l’immagine del cavaliere fantasma, personaggio di una leggenda.
Abbiamo anche visitato la Torre Infame, aperta da una nostra compagna, dove c’erano le camere di tortura con le riproduzioni degli strumenti usati.
Dopo, finalmente, è arrivato il dolce momento della merenda…non vedevamo l’ora di gustare le squisite pizze!
Come ultima tappa, dopo esserci riposati e ben nutriti, siamo andati al museo archeologico del Protoconvento Francescano, salutando il nostro amico guerriero (che in realtà è uno scheletro!!!).
Abbiamo concluso la mattinata consegnando alla prof.ssa Ferrante i nostri doni preparati con amore.
Questa uscita ci ha suscitato sentimenti variegati: dalla paura … all’interesse di conoscere il nostro territorio!
Quest’esperienza è stata molto formativa e piacevole, speriamo di poterne organizzare altre in futuro per accrescere ulteriormente la nostra cultura e i nostri “saperi” su questo meraviglioso territorio pieno di segreti da scoprire.
Chissà!?!